Entro nell’androne. Nel vaso del ficus un cartello scritto a penna: NON È UN PORTACENERE MAIALI!!!. Caseggiato vecchio, senza ascensore. Prendo fiato e affronto le rampe due gradini per volta, aiutandomi col corrimano. Ho perso un sacco di tempo dietro una Citroen nel controviale, con quella donna che si truccava nello specchietto ad ogni semaforo rosso. Sono sceso e sono andato a batterle contro il finestrino con il piede di porco. Per poco non ha ingoiato il rossetto. Ha sterzato sul marciapiede travolgendo un bidone dell’organico e mi ha fatto passare. Arrivo al quinto piano con una grattugia nei polmoni ma non posso fermarmi. Scorro tutte le porte finché leggo MARINI sul campanello. Pianto il piede di porco nello stipite. Due strattoni con i miei cento chili e la serratura salta fuori fra schegge di legno grosse come bastoncini di pesce.