Ricordo solo che avevo 13 anni, ho chiuso gli occhi, e quando li ho riaperti ne avevo 48 e una figlia di 13.E' stato solo un attimo, come diavolo è successo? Era il 1987 e io stavo davanti all'istituto tecnico industriale, con gli anfibi e una spilla da balia piantata all'orecchio, a contare le ragazze che varcavano la porta: poche, molto poche, nella mia testa cercavo di calcolarne la media matematica: una ogni 50 maschi, meno ce n'era solo in carcere. La scuola era un calderone di ormoni, i corridoi puzzavano di sudore, scarpe da tennis, testosterone, ascelle.Incollata addosso stava la costante sensazione adolescenziale di essere fuori posto e nel momento sbagliato.Quando ho riaperto gli occhi, 35 anni dopo, il mondo era cambiato cinque o sei volte, andava sempre troppo veloce, e io non ero [di nuovo] riuscito a stargli dietro, a tenere il passo.