Chef Feld sa che cosa piace al suo pubblico e riesce a mischiare molto bene gli ingredienti “base”: se perdi puoi dare la colpa alla sfiga, se vinci puoi dire di aver domato la dea bendata; qualsiasi cosa tu faccia, un po’ di punti li porti a casa e l’autostima è salva. I tempi morti sono ridotti al minimo e non c’è la sensazione di aver perso tempo; l’interazione tra i giocatori è abbastanza limitata, ma il gioco, “ex machina”, fa il lavoro sporco, colpendo un po’ tutti con i suoi eventi nefasti.