Dashboard Elenco blog Lucca Comics & Games [Lucca C&G] Controculture a fumetti: dai free party ai giochi di ruolo, passando per la Nona arte
Per visualizzare il video dei accettare i consensi "Esperienza"
con Valerio Bindi (remoto), Renald Hysi, Roberto Grossi, Rave Card Games. Modera Carlotta Vacchelli.

La storia del fumetto rispecchia l'evoluzione delle principali correnti controculturali del Novecento: dalla parodia dei linguaggi mainstream mossa delle clandestine "Tijuana Bibles" (anni '20-'60), alla stampa underground che negli anni ’60-'70-'80 si è organizzata in un'estetica diffusa a livello internazionale, in cui sono confluite visioni alternative, come psichedelia, femminismo, post-colonialismo, tutela dei diritti LGBTQ+ e delle minoranze, e così via. La prospettiva alternativa nei fumetti non si è mai esaurita, anzi ha determinato in modo sostanziale l'espressione autoriale della contemporaneità. Se alcuni di questi aspetti sono presenti alla stampa regolare, è soprattutto il profondo legame con le pratiche di autoproduzione a fare del fumetto un osservatorio privilegiato di ogni controcultura giovanile del secondo Novecento, laddove nella vitalità del fumetto indipendente e DIY si preparano i movimenti fumettistici di domani; inoltre, testi come il famigerato Seduction of the Innocents (Fredric Wertham, 1954), che tacciava la Nona Arte di "traviare i giovani", fanno capire il clima di sospetto che, in fasi diverse della storia recente, aleggia intorno al fumetto. L’ultima controcultura del nostro tempo sono stati i free party, volgarmente detti rave, osteggiati, mistificati e criminalizzati da molti fronti della stampa d'informazione, ma non dal fumetto, che li ha sempre raccontati con onestà, ospitando sia riflessioni maturate intrinsecamente alle esperienze delle feste, che analisi da parte di chi ne sta al di fuori. Infine, come ha mostrato Vanni Santoni in La stanza profonda (2017), nato proprio in scia al romanzo-culto Muro di casse (2015) dedicato ai free party, i giochi di ruolo possono essere parimenti considerati una vera e propria controcultura, bersaglio di accuse disinformate e psicosi collettive, soprattutto nel periodo della loro diffusione capillare lungo gli anni Ottanta. Anche in questo caso i fumetti giocano un ruolo rilevante.
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